Viaggio sulle nuvole

Noi ci imbarchiamo su una nuvola per un viaggio intorno al mondo. Chi viene con noi?



Il gruppo dei viaggiatori nelle nuvole é quasi pronto a partire. Abbiamo anche al seguito una brava fisioterapista che potrà aiutarci, ad esempio me col mio mal di schiena!
Chi si vuole aggregare lo faccia: partiremo chissà quando! Siamo o non siamo nelle nuvole?!  



Oggi il gruppo, che nel frattempo è aumentato, festeggia il compleanno della nostra compagna di viaggio Rossella! Auguri!
Sulla nuvola ci sono ancora posti disponibili: chi sa volare con la fantasia è il benvenuto!


Il gruppo è al completo. Domani mattina si parte. Per dove? Non si sa.
Dove ci porta il vento della fantasia!



Partenza! Buon viaggio a tutti!
Sorvoliamo il Colle dell'Assekrem, in Algeria, posto meraviglioso per bellezze naturali e per atmosfera mistica.



In questo viaggio non dobbiamo aspettarci un itinerario razionale: le nuvole vanno dove vogliono loro!
Infatti dall'Africa, superando i limiti di tempo e di spazio, ci troviamo ora sugli USA, esattamente sopra il Grand Canyon. E siamo fortunati, perchè ci accoglie uno spettacolo senza pari.



I capricci del vento ci hanno trasportato sullo Yemen, in vista di Al Hajjarah, splendido villaggio arroccato sulle montagne. Purtroppo questo meraviglioso paese oggi è pressoché irraggiungibile, a causa della sua destabilizzazione e del terrorismo islamico.


 
Oggi non c'é vento, e la nostra nuvola staziona sullo Yemen. Ora siamo sulle montagne di Shaharah, vero e proprio nido d'aquila! Se scendessimo un po' di quota, riusciremmo a vedere il famoso, antico ponte. Speriamo!



Eolo ci vuole bene, ma forse sono le raccomandazioni di Delanna a intenerirlo! Questa mattina ci ha portato dolcemente su questo mare di nubi, che presto verranno dissolte da quel sole così caldo. Così potremo vedere il famoso ponte. Contenta, Anna? 



Ed eccolo, finalmente, il famoso ponte, gettato arditamente su uno strapiombo di 300 metri, a collegare, da ormai quasi quattro secoli, Shaharah al villaggio arroccato sul monte vicino.



Sorvoliamo un paese i cui destini oggi sono veramente tragici. Vediamo sotto di noi Damasco, ma con la fantasia che tutti noi abbiamo, riusciamo a vederla com'era, e non come é oggi, preda della follia umana. Se il vento non ci trasporta lontano, riusciremo a vedere anche altri siti, di questa povera Siria massacrata.



A metà strada, tra Damasco e Aleppo, sorvoliamo il Krak dei Cavalieri, gigantesca fortezza crociata, posizionata su un'altura a controllare il Passo di Homs, la valle che separa la costa mediterranea dai monti dell'entroterra.



Il vento pare non voler abbandonare la Siria. Se anche gli uomini facessero come lui!
Così siamo su Aleppo, città martoriata, che vediamo nel suo splendore di un tempo non lontano!



Com'era bella Palmira!
Oggi questo arco non esiste più, e neppure il sacrificio di Khaled Asaad, studioso di antichità e per quasi mezzo secolo direttore del sito archeologico, è valso a salvarlo.
La barbarie umana non si ferma di fronte a nulla!



Lasciamo Palmira avvolta dalla nebbia, quasi a simboleggiare il triste suo destino...




Clandestini a bordo!
In volo sulla Giordania, sorvolando il Mar Morto, l'atmosfera carica di umidità ha ingrandito e appesantito la nostra nuvola che, sfiorando il terreno, ha permesso a due curiosi di salire a bordo. Sono simpatici, e non hanno nessuna intenzione di migrare. Per cui, soddisfatta la loro curiosità, se ne scenderanno nella loro terra dove, almeno loro, continueranno a vivere felici!



Questa notte il sogno ha rischiato di trasformarsi in incubo! Siamo incappati in una formazione temporalesca, venti fortissimi, siamo stati sballottati tutta la notte. Finalmente, all'alba, un po' di calma. Ho individuato la nostra locazione attuale, ma chiedo conferma al secondo pilota. Dove siamo? A Petra?



Il vento inaspettatamente ci concede una tregua. Così possiamo scendere e visitare il sito. Bisogna pensare che la maggior parte dei monumenti di Petra sono scavati nella viva roccia, per renderci conto della straordinarietà di questa antica città Nabatea.


El Khasneh (Il Tesoro)



Le tombe regali


El Deir (Monastero)





Ho lasciato per un po' di tempo la nuvola, ma voi avete fatto bene a seguirmi: La Franqui era una meraviglia!
 


Brave, mi avete seguito! Che sorpresa vedervi sulla nuvola di passaggio sul castello di Queribus!



Stiamo sorvolando Rennes-le-Chateau, villaggio francese sul quale aleggia un'atmosfera magica. La sua chiesa magnificamente restaurata, la torre Magdala con la ricca biblioteca, la signorile villa Betania, costruite dall'abate Saunière, povero parroco di campagna, sono al centro del mistero. Con quali fondi l'abate ha fatto fronte a tutto ciò? Come poteva permettersi una vita agiata e i contatti con la nobiltà del tempo, non solo locale? Si favoleggia del ritrovamento di un tesoro dei Templari, di una mappa in un sepolcro nella chiesa, di una misteriosa grotta nei dintorni. Anche il Santo Graal è stato coinvolto in questa storia. Alla sua morte si dice che l'abate abbia lasciato un messaggio in codice, relativo al tesoro. Si sono versati fiumi di inchiostro su queste vicende: anche Dan Brown nel suo Codice da Vinci pare confermare le teorie più intriganti.
E noi cosa pensiamo? Questa notte sulla nuvola non si dorme!




Nel cielo luminoso della Provenza, sorvoliamo la Cittadella di Sisteron


Sempre a Sisteron l’imponente roccia della Baume




I contrattempi in questo viaggio non mancano, come in un qualsiasi viaggio-avventura degno di questo nome. Nonostante tutto, trascinati da un vento impetuoso, abbiamo raggiunto ora l'oceano Atlantico. Siamo su Arcachon, sorvoliamo la duna di Pilat, la più alta d'Europa. Il vento è forte, a nessuno venga in mente di scendere. Intanto non c'è niente da raccogliere, solo sabbia. 🙂




Eccolo, l'oceano Atlantico. Riusciamo ancora a vederlo, prima che le nuvole tempestose e la notte oscurino il tutto.



Dall'Atlantico il vento ci ha riportati indietro sulla valle della Loira, in tempo per assistere ad uno spettacolare volo di uno stormo di gru.




Tenetevi forte! Un vento pazzesco ci sta trascinando sulla Pointe du Raz, in Bretagna, non per niente temuta dai naviganti. E' il promontorio più occidentale della Francia. In lontananza si intravvede il faro sentinella a quello quadrato dell’Île de la Vieille, coperto dalle nuvole. Notate la corrente violenta, che flagella le rocce del capo.





Il viaggio con le nuvole continua: ecco un curioso incontro nei cieli dell'Olanda.




C'è voluto un po' di tempo ma alla fine ce l'abbiamo fatta. Abbiamo attraversato l'Atlantico. Sotto di noi, ora, le spiagge nere dell'Islanda.




Siamo seguiti! Prima le gru, ora i puffin. Che abbiano scoperto che siamo della LIPU?



Islanda, terra di fuoco, abbiamo detto. Nella caldera del vulcano Krafla possiamo scendere fino al cratere Viti dove nudi, alla maniera islandese, possiamo immergerci e godere di un bel bagno caldo. E' comunque consentito l'uso di un costume da bagno!







Islanda, terra di ghiacci. Sorvoliamo il lago glaciale di Jökulsárlón, tutti belli imbacuccati, in modo da non scandalizzare nessuno!










Ma l'Islanda non è solo terra di ghiacci e di fuoco: paesaggi aperti e luminosi, solcati da corsi d'acqua alimentati dai ghiacciai, si aprono alla nostra vista.



  

Un vento capriccioso ci ha riportati sugli Stati Uniti. Le nuvole sono scure, minacciose, ma da uno squarcio ci permettono di ammirare, in una notte di luna piena, l'Arches National Park.






Fortunatamente pare che il vento si sia calmato. Veniamo infatti trasportati lentamente sopra una coltre di nuvole che pare vogliano celare alla nostra vista quella meraviglia naturale che è il Bryce Canyon. Migliaia di guglie rosse, lavorate dal vento, sotto di noi a perdita d'occhio. Ebenezer Bryce, uno dei primi pionieri a stabilirsi con la sua famiglia nel 1875 nei pressi di questo sito, diede una curiosa definizione del canyon:  "il posto peggiore dove perdere una mucca".



La nostra nuvola, sospinta da venti leggeri, si dirige verso Sud-Ovest, fino a sorvolare la città di Las Vegas. La notte è buia, ma le luci scintillanti rendono perefettamente riconoscibile il tessuto cittadino, con la Strip, illuminata dai neon e fiancheggiata dai casinò e dagli hotel di lusso.



Dalla vita di Las Vegas alla morte, ricordata dalla Death Valley, non c'è poi molto. Infatti, all'alba, ci troviamo a sorvolare un'area desertica, affascinante, che evoca appunto l'assenza totale di vita. E riconosciamo il famoso Zabriskie Point.


Trascorriamo un giorno sonnolento, e caldo, sopra questo deserto. L'aria infuocata sale e circonda la nostra nuvola, al punto da farci temere la perdita del nostro mezzo di trasporto, che vive di umidità. Ma fortunatamente le correnti ci spingono oltre, fino a raggiungere, in un tramonto infuocato, la Monument Valley.
La nuvola è scesa, fino quasi a sfiorare il suolo, e qualcuno giura di aver visto dei cow boys e degli indiani fronteggiarsi. Potere della suggestione!

Il vento ora pare non voglia farci abbandonare gli Stati Uniti, e con un non del tutto tranquillo viaggio verso Nord ci scaraventa, è proprio il caso di usare questo termine, in un ammasso minaccioso di cumulo-nembi, in uno squarcio dei quali riconosciamo le Mammoth Hot Springs, nel Parco nazionale di Yellowstone


Poco dopo, sotto un mare di cirro cumuli. intravvediamo il corso del Yellowstone River, con le sue cascate

Ci accorgiamo che la nostra nuvola sale, perdiamo i riferimenti a terra, è preda delle correnti d'alta quota. Ci spostiamo ad alta velocità, anche se non ce ne rendiamo conto. Approfittiamo del momento per riposarci un po'. Gli ultimi trasferimenti sono stati impegnativi, e hanno provato un po' tutti. Siamo sul mare: a giudicare dalla posizione del sole dovremmo essere sull'oceano Atlantico. Siamo stanchi, avremmo tutti voglia di fermarci un po'. ................................................ Incredibile, ci siamo svegliati e di fronte a noi vediamo un massiccio montuoso, che a molti risulta famigliare. E' il monte Rosa. Evviva, siamo tornati in Italia, ci possiamo fermare. Un riposo è gradito a tutti. Il viaggio è stato bello, abbiamo visto bellissimi posti, fatto nuove esperienze, ma il ritorno a casa è gradito. Grazie a tutti, alla prossima fantasia!!!

Adunata Nazionale degli Alpini 2016 - Asti

 

16 maggio 2016


Per tre giorni la città di Asti si è trasformata.
Gli alpini giunti ad Asti da tutta Italia e dall’estero hanno sfilato ininterrottamente per dodici ore. Gli astigiani li hanno accompagnati lungo il percorso, applaudendoli dalla strada e dai balconi imbandierati. Questo è stato il culmine della festa che ha coronato una tre giorni all’insegna dell’italianità. Davanti alla tribuna delle autorità sono sfilati in 75mila, salutati dal presidente dell’Ana Sebastiano Favero, dal sindaco di Asti Fabrizio Brignolo e da quello di Torino Piero Fassino, dal presidente della Regione Sergio Chiamparino e dai vertici della Difesa e dell’Esercito: il ministro Roberta Pinotti, i generali Claudio Graziano e Danilo Errico e il comandante delle Truppe Alpine, generale Federico Bonato. I tanti striscioni portati in sfilata hanno sviluppato il motto dell’89ª Adunata: “Custodi della memoria e orizzonte per la gioventù”. “Insegniamo i giovani a ricordare” si leggeva su uno di essi; “Chi crede nei valori non ha paura del futuro”, ammoniva con sano ottimismo un altro. “Se dai dimentica… se ricevi ricorda!”, un precetto seguito alla lettera dagli alpini e dai tanti volontari della Protezione Civile dell’Associazione che hanno sfilato con tutte le loro specialità e che durante l’alluvione del 1994 sono stati tra i primi a soccorrere la popolazione. Tra i momenti più emozionanti c’è stato il saluto di papa Francesco, astigiano d’origine: “Un pensiero speciale rivolgo agli alpini riuniti ad Asti per l’Adunata nazionale. Li esorto ad essere testimoni di misericordia e di speranza, imitando l’esempio del Beato don Carlo Gnocchi, del Beato fratel Luigi Bordino e del venerabile Teresio Olivelli che onorarono il Corpo degli alpini con la santità della loro vita”. Particolari anche il gigantesco tricolore, sventolato dagli alpini della Sezione Reggio Emilia e i parà alpini che correndo hanno gonfiato le vele del paracadute sulle quali si leggeva “Marò liberi!”. Ad assistere alla sfilata c’erano anche il maresciallo Luca Barisonzi, gravemente ferito in Afghanistan e costretto su una sedia a rotelle, e la penna nera più “vecia”, il biellese Silvio Biasetti, 103 anni. L’ovazione finale, quando già il sole stava tramontando ma il calore della città continuava a farsi sentire, è andata alla Sezione di Asti, ultima a sfilare, guidata dal suo presidente Adriano Blengio che ha organizzato una indimenticabile Adunata. In piazza San Secondo, in serata, c’è stato lo scambio della stecca in un ideale passaggio del testimone tra le due città ospiti: arrivederci a Treviso il 12, 13, 14 maggio 2017 per l’Adunata del Piave.






Nei due giorni precedenti la sfilata, la città è stata invasa da una miriade di alpini, con i loro animali, con i loro mezzi fantasiosi, con la loro allegria. Tra i primi ad arrivare sono stati i due muli, July e Allumette, partiti da Brozolo con i loro accompagnatori il martedì precedente e giunti, dopo due giorni di cammino, alla sede ANA di Asti:










e poi, con i loro mezzi strani,




con le loro trovate goliardiche,



con le loro mascotte,



con il loro vino,






con i loro cori,





con le loro armi.





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