I diari di Mara - Viaggio nell'Hoggar - 6

20-08-2010



29/12/1984 Sabato

 Oggi siamo di nuovo con Mohamed, ma non è più lui: va piano piano e solo ogni tanto supera i 100; in compenso suona, ma piano.


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 Colazione anche con marmellata e miele, solito casino dei preparativi e dopo le solite due orette siamo pronti per partire verso le 9-9,30. Fermata subito dopo per un bel legno che affiora dalla sabbia, ma è un tronco intero e desistono. Ancora un pezzetto del Tassili dell’Hoggar, con molta bella sabbia e poi comincia un paesaggio ancora diverso, un’enorme spianata.


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Ci avviciniamo alle grandi dune e il paesaggio è sempre più piatto, solo qualche contrafforte all’orizzonte, ma aumentano i miraggi: il vuoto ci prende.


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“Toujours merde”, dice Mohamed di Bouja: non lo lasciano mai sorpassare o andare forte. Dopo questo circuito molla tutto e farà il contrabbandiere (dice).

Verso le 11 siamo fermi: due auto hanno sbagliato strada e si stanno ficcando fra le dune sbagliate. Mohamed parte per andarli a riprendere.


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C’è un forte vento, anche se i gradi sono più di 20: che arrivi la famosa tempesta? Per ora ha sgombrato il cielo dalle nubi, o quasi. Sono tornati tutti: non ci avevano visti, immersi nel miraggio. E si riparte. Mohamed si insabbia, ma poi si libera e alle 11,40 sosta per il pranzo sopra un sacco di sabbia a Tagrera. Pranzo con salame, ecc. …. E su uno dei roccioni abbiamo trovato delle bellissime scaglie di pietra di tutti i colori. Intorno, da lontano, si vedono le grandi dune.

Al sole si scoppia, ma all’ombra fa freddo. I tuareg si fanno il pane, uno stufato, ci offrono del tè. Angeline, di Amsterdam, mi racconta qualcosa: hàg si dice di un uomo che ha fatto il pellegrinaggio alla Mecca, o è vecchio e degno di rispetto, hagà di donna.

Trovato scarabeo, che si mangia speck, formaggio e datteri.


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Si parte con rimpianto da questo bel posto, ma non c'è tempo per troppo rimpianto, perché il bello si sovrappone al bello, l’impensabile all’impensato, lo splendore alla bellezza. Tutto varia, ma non l’elemento dominante: lo spazio immenso.


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 E arriviamo abbastanza presto a Tin-Akachakèr: grandi dune con bastionate dalle forme gigantesche e strane, come le due che si fanno l’inchino.


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 Messi i sacchi su un cucuzzolo, finalmente si decide di sciare. Grande ilarità di Hamed alla vista degli scarponi, risate fragorose del gruppo tuareg quando Hamed estrae il linguettone. Siamo o non siamo pazzi?

Diamo del Brufen al reumatico Bagur. Mohamed vorrebbe sciare, ma per fortuna poi ci rinuncia. Tutti ci facciamo immortalare sulla ripida ascesa sul crinale della duna e sulla più o meno rapida discesa ma la Contax si blocca alla 20° foto e così Doro ha solo una foto in discesa. Io, che strano!, ho un po’ di fifa. Scendo giù per un canalone tra i roccioni e le dune: terrore, mi pare di essere schiacciata da un momento all’altro, ma è divertente da matti scendere di corsa sulla sabbia, mi piace più che sciare.


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Me....



....and Mara, my wife


Montaggio tenda e cena super attrezzata: spaghetti col sugo, misto delle solite pietanze, più (novità) datteri. Liquori, giochini e barzellette.


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Nel frattempo, grandiose idee di foto magiche si erano insinuate nella testa dei fotografi ufficiali: Doro fa l’apprendista stregone fra cavalletto, flessibile, luna, doppie esposizioni, pila sulla fronte, filtri sugli obiettivi, duplicatori: è un’euforia generale.

Sono tutti impazziti. In realtà siamo tutti in preda ad una strana euforia da immensità: sì, l’immenso. L’immenso ci trasporta in atmosfere irreali, non siamo quasi più noi, la sabbia, le rocce, la luna, Orione, Cassiopea, le Pleiadi, le stelle…… una strana eccitazione mista a una sonnolenza dolce da stanchezza ed emozioni.


Dia (18) - Tin Akachaker


Si fanno le 11 abbondanti (quando mai così tardi?!) e ci ritiriamo dopo discussioni esistenziali con Pic. Poi viene il venticello e mi decido con grande sforzo a uscire dal sacco a pelo per andare a chiudere le borse lasciate aperte. Notte.

C’è un gran vento, ci diranno, ma noi non lo sentiamo. Domattina Pic ci “alzerà” all’alba, per fotografarla.


continua ............