Yemen: profumo d'oriente - 1

05-12-2007

"Roma Ostiense. In una fredda e brumosa mattina di gennaio, fra gente che ci guarda senza vederci, fra l'indifferenza reciproca di tutti, stiamo aspettando il treno per Asti"
Con queste parole iniziava l'audiovisivo che io e Mara, ritornati dallo Yemen, emozionati dal ricordo di questo meraviglioso viaggio, abbiamo fatto. Mara, con il suo commento e la sua voce, ha descritto le sensazioni, ed io, con il montaggio delle foto, ho cercato di dare la rappresentazione visiva delle meraviglie che si offrono agli occhi dei visitatori di questo paese.
Lo potrete vedere, diviso in più parti, nei post seguenti


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"Siamo tornati da un sogno a colori, da un paese che ci guardava con altri occhi e che noi guardavamo con altri occhi, da un mondo semplice e antico, da un cielo limpido e azzurro: siamo tornati dallo Yemen.


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Adolescente 



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Yemen, a destra del Mar Rosso. E' questo il significato del termine arabo, ma il mare è solo un elemento di questa terra, che pur nella sua ridotta estensione, rivela una inattesa varietà di aspetti.



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Mare dunque, dalle lunghe coste sabbiose, ma anche, e soprattutto, montagne, ora aride e inavvicinabili nei loro scoscesi pendii, ora solcate da un millenario e sapiente lavoro, in arditi terrazzamenti coltivati che si spingono fin oltre i tremila metri.




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Ma lo Yemen è anche deserto. L'Arrub Al Kali avanza, la sabbia solitaria, uguale, ha ricoperto il passato, l'antico impero della Regina di Saba, quell'Arabia Felix cantata dai Romani per l'opulenza e per il verde dei suoi giardini.




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Ma forse, ciò che più rimane nel ricordo, sono i paesi arroccati sulle alture, le case torri, forse di derivazione babilonese, inespugnabili, i moduli architettonici arditi, le decorazioni che, improvvise, compaiono a ingentilire le severe facciate.




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E poi, la gente. Gente cordiale e varia che si accalca nei mercati in una festosa policromia, che affolla i suq, che si affaccia curiosa alle finestre, che occhieggia dalle porte, uomini che ostentano fieri le proprie armi, donne che con neri movimenti percorrono strade e sentieri.




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E sopra tutto, uomini e cose, la voce del muezzin, ora nenia dolce e consolatoria, ora quasi duro richiamo ad una dimensione superiore."
 





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(foto di Alfio Cioffi) 

Ecco qui, la prima parte dell'audiovisivo:







continua......................................